Il costo del pellet, in continuo aumento nel 2022, segna ora un’inversione di tendenza, con una flessione di oltre il 40 per cento del suo prezzo. I dati sono stati raccolti dalle aziende associate al gruppo Pellet ENplusdi Aiel, l’Associazione italiana energie agro forestali, e dagli operatori della grande distribuzione. Come mai questa flessione e cosa ci si aspetta per il prossimo autunno-inverno?
Perché il prezzo del pellet è diminuito
Dopo un 2023 turbolento, a calmierare il prezzo del pellet è stato soprattutto il taglio dell’Iva dal 22 al 10 per cento, provvedimento inserito nella legge di bilancio di fine 2022, che ha portato benefici all’intero settore e ha contribuito all’abbassamento del prezzo del pellet al consumatore finale. Attenzione, però. Per il momento il taglio dell’Iva interessa solo il 2023. Dal primo gennaio 2024 l’imposta sul valore aggiunto potrebbe risalire al 22%. Il prezzo, perciò, potrebbe di nuovo risalire, anche sotto la spinta della domanda che si prevede possa aumentare tra l’estate e l’autunno 2023.
Le previsioni per l’inverno 2023-2024
Oltre ad un eventuale rialzo dell’Iva e ad una domanda in aumento, il prezzo del pellet sarà sicuramente influenzato nei prossimi mesi dall’andamento della guerra in Ucraina. Se infatti il conflitto dovesse concludersi, tornerebbero disponibili milioni di tonnellate di biocombustibile, il che potrebbe far scendere il prezzo o comunque compensare gli aumenti. La previsioni, in ogni caso, anche se la guerra non finirà, sono per un mercato più stabile di quello dello scorso anno.
Quando acquistare il pellet
Secondo l’Associazione italiana energie agro forestali è il momento di acquistare il pellet. “Dati i valori rilevati ad aprile 2023 il consiglio che possiamo dare ai consumatori, soprattutto a chi usa il pellet come fonte di riscaldamento prevalente – spiega Aiel – è di acquistare il biocombustibile nel periodo estivo per evitare i fisiologici aumenti attesi all’inizio della stagione termica. Anche se, in ogni caso, – conclude l’associazione – gli aumenti previsti durante la stagione termica non registreranno andamenti assimilabili a quelli dell’anno scorso, a meno di un nuovo shock energetico”.
Come scegliere un pellet di qualità
Esistono dei criteri pratici che consentono al consumatore di capire se la qualità del pellet che sta acquistando è alta. Il primo elemento di cui tenere conto è il contenuto di ceneri. Più ce ne sono, più producono polveri nella combustione e più frequentemente la stufa deve essere pulita. In base al contenuto delle ceneri il pellet è suddiviso in tre categorie: la classe A1, con un contenuto di ceneri più basso (al massimo 0,7%), la classe A2, con un contenuto di ceneri al massimo dell’1,2%, e la classe B, per uso non domestico, con ceneri fino al 3,5%. Tra gli elementi da considerare nella scelta del pellet c’è anche la percentuale di umidità: più umido è il pellet, minore sarà il suo potere calorifico. Altroconsumo individua un ‘buon pellet’ se la sua umidità è minimo all’8 per cento e non superiore al 12%. Infine, il pellet deve essere fatto con legno vergine, che ha subito unicamente trattamenti di tipo meccanico, senza scarti di falegnameria verniciati o incollati.
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Il pellet rappresenta una soluzione conveniente ed ecologicamente sostenibile per il riscaldamento domestico. La sua efficienza energetica e il suo impatto ambientale ridotto lo rendono una scelta attraente per molti proprietari di abitazioni. Se abiti in Sardegna, pianificare l’acquisto del pellet da Alberto Mugnai a Pabillonis consente di ottenere prezzi più bassi e di assicurarsi una scorta sufficiente per l’inverno successivo. Scegliere il pellet come combustibile e fare una scorta in anticipo è un modo intelligente per garantire il calore e il comfort della propria casa, risparmiando sia in termini economici che ambientali.